Linea di confine tra Sacro & Profano
Giovedì 1 settembre 2022 ore 20.45 – Chiesa di S. Bartolomeo – Roveredo in Piano (PN)
PROGRAMMA
Dieterich Buxtheude (1668 – 1707)
toccata in re min BuxWV 155
Johann Pachelbel (1653-1706)
Ricercare in do min P.419
Franz Tunder (1614-1667)
“Christ lag in Todesbanden”
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Sonata in Trio n.4 BWV 528
“Schmücke dich, o liebe Seele” BWV 654
Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542
L’organo della chiesa di S. Bartolomeo
ORGANO FRANCESCO ZANIN (1997) GRAND’ORGANO
Quintadena 16, Principale 8, Ottava 4, Ottava 2, Mistura 3f, Cembalo 2f, Flauto a Camino 8, Quintadena 8, Flauto tappato 4, Nazardo 3, Cornetto 2f, Viola da Gamba 8, Tromba di 8.
POSITIVO
Principale 8, Ottava 4, Quintadecima 2, Ripieno 2f, Bordone 8, Flauto 4, Sesquialtera 2f, Vox Umana 8.
PEDALE
Subbasso 16, Principale 8, Posauna 16, Trombone 8.
ACCESSORI
Unione I-PED, Unione II-PED, Unione I-II
Tremolo.
Guida all’ascolto
Ilaria Centorrino
La musica è stata da sempre il mezzo per eccellenza per avvicinarsi a Dio, alla spiritualità e di conseguenza all’animo umano, seppur non composta appositamente ai fini liturgici.
La scissione tra musica sacra e profana avviene già durante il medioevo, periodo in cui al rigore del canto gregoriano in latino, insieme al dramma liturgico e alle laude, si contrappongono le prime forme di canzoni e ballate in volgare. La musica barocca profana, in particolar modo madrigali e melodrammi, ha spesso contribuito, seppur involontariamente, all’evoluzione della musica sacra avvicinando le singole forme, rese sempre più fluide e permeabili, allo stile concertato, riunendo quindi componenti sonore diverse (vocali, strumentali, solistiche o corali) e rappresentando la mescolanza sonora contrapposta all’ideale di armonia del secolo precedente.
Già a partire dalla metà del Seicento era ben consolidata la contrapposizione tra adagio e allegro, danza e contrappunto che alla fine determinerà la distinzione fra sonata da chiesa, più severa, e sonata da camera, più frivola. Nonostante siano due ambiti molto diversi, col passare del tempo la differenza tra sacro e profano si assottiglia sempre di più e, nell’ambito della musica per organo, gli stessi artisti componevano sia musica dedicata esclusivamente ad animare la liturgia che lavori su commissione o dedicati al perfezionamento della tecnica e dei virtuosismi oppure semplicemente per fini didattici come le sonate in trio di Bach, le quali, stando al biografo Johann Forkel, sarebbero state scritte come esercizio per il figlio maggiore Wilhelm Friedemann. Nella Sonata in trio n. 4 notiamo che il primo movimento era stato usato precedentemente da Bach nella cantata “Die Himmel erzählen die Ehre Gottes” BWV 76 (“ I cieli narrano la gloria di Dio”) e questo dettaglio la rende un reale esempio del sottile confine tra composizione sacra e profana.
Il programma che ascolteremo sarà un excursus tra le forme più importanti del barocco, dal più antico ricercare alle complessità contrappuntistiche della fuga, passando da fantasie e corali.
Nella Germania del Settecento, ad un’instabilità politica e religiosa corrispondeva anche una tradizione musicale frastagliata. Il nord era prevalentemente protestante e di conseguenza la loro cultura musicale era più incentrata sul gusto tradizionale per la complessività polifonica e l’elaborazione del corale luterano. La Germania del sud invece era in prevalenza cattolica e più permeabile alle influenze italiane, come possiamo notare nello stile armonicamente e tecnicamente più semplice di Johann Pachelbel, nonostante anche Dietrich Buxtehude insieme al suo predecessore Franz Tunder fossero anch’essi fortemente influenzati delle composizioni in “stile libero” di Frescobaldi.
Lo Stylus Phantasticus della toccata in re min BuxWV 155 è infatti ciò che il musicologo Athanasius Kircher, nel suo trattato Musurgia universalis, descrive: «Lo stylus phantasticus, proprio della musica strumentale, è il più libero e meno vincolato metodo di composizione. Non è soggetto a niente, né alle parole, né ai soggetti armonici; è creato per mostrare l’abilità dell’esecutore e per rivelare le regole segrete dell’armonia, l’ingegnosità delle conclusioni armoniche e la capacità di improvvisare fughe.» A differenza del corale di Bach che sentiremo stasera “Schmücke dich, o liebe Seele” (Adornati, o Anima cara) e della fantasia corale di Tunder “Christ lag in Todesbanden” (“Cristo giaceva nei lacci della morte”), le composizioni che non erano basate su un corale, e di conseguenza non legate ad un significato religioso, potevano essere eseguite per diletto o per intrattenimento. Sono difatti di notevole importanza gli Abendspiele (“Suonate serali”) ideati da Franz Tunder per intrattenere con musica per organo i borghesi e i commercianti della città che avevano preso l’abitudine di riunirsi all’interno della Marienkirche di Lubecca.
Dietrich Buxtehude, organista dal 1668 al 1707, successore di Tunder, continuò questa tradizione, ma, visto il successo dell’iniziativa, spostò i concerti dai giorni feriali (si svolgevano solitamente il giovedì) ai giorni festivi, e li rinominò Abendmusiken (“Musiche serali”).
La Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542 di Johann Sebastian Bach è un ulteriore esempio di quanto la musica da chiesa fosse costantemente legata con un filo sottile al popolare. Alcuni studiosi pensano che la Fuga sia stata improvvisata da Bach durante la sua audizione per il posto di organista nella chiesa di San Giacomo ad Amburgo nel 1720 e che il soggetto di tale fuga corrisponda a un brano popolare olandese “Ik ben gegroet van” (“Sono stato accolto da”).
Nell’apoteosi della retorica di questa Fantasia, tra arditezze armoniche, sospensioni, settime diminuite, cromatismi che portano ad accordi minori inaspettati, progressioni di settime diminuite e cadenze interrotte, ci lasciamo trasportare dal “thauma” (la meraviglia) e rimaniamo in ascolto di quella trascendenza che solo la musica sa regalarci.
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